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GAY FRIENDLY – GAY BUSINESS

GAY FRIENDLY GAY BUSINESS

Un mercato si è fatto lentamente strada arrivando a far muovere cifre di capitali ingenti, condizionando strategie di marketing e prodotti: è il mercato Gay Friendly.

Un business in continua espansione

Secondo le statistiche americane le aziende si sono accorte della maggiore propensione alla spesa e al consumo della comunità LGBT, superiore a quella degli etero. I gay escono per fare shopping almeno il 16% delle volte in più degli etero, e la loro spesa media è superiore addirittura del 25%. Inoltre, il 65% dei gay dichiarano di non poter fare a meno di consigliare le loro scelte ad altri. Negli stati Uniti questa fetta di popolazione dichiara un reddito medio pro capite più alto degli etero e risulta essere anche più istruita e meno propensa alla disoccupazione. Numeri che non possono certo lasciare indifferenti i grandi imprenditori calcolando anche che la ricchezza complessiva della comunità gay americana è calcolata sui mille miliardi di dollari. Su questa scia, persino la Barilla, da sempre sostenitrice della famiglia tradizionale, si è convertita per il mercato americano a difensore della comunità LGBT. Gli Stati Uniti, su spinta delle principali lobbies, già nel 2011 con Hilary Clinton istituirono il Global Equity Fund, fondo misto pubblico-privato che sostiene i diritti LGBT e finanzia attivisti anche all’estero.

L’Italia non deve restare indietro

Da una ricerca condotta per il Diversity Media Report, oltre il 25% dei prodotti cinematografici, televisivi, radiofonici e pubblicitari italiani è gay friendly. Una fetta di mercato non indifferente che negli ultimi anni ha visto raddoppiare le attenzioni alle tematiche gay, sdoganando argomenti tabù fino a farli diventare richiami pubblicitari. Anche l’Italia sta perciò muovendo alcuni timidi passi in direzione di politiche gay friendly. Alcune amministrazioni hanno tentato di lanciarsi in prodotti turistici ad hoc per i gay, che sfortunatamente non riescono ad aver successo a causa della sorda opposizione delle famiglie tradizionali frequentatrici degli stessi luoghi di villeggiatura. “Lo sviluppo del turismo gay è insieme segno della maturità civile di un Paese e della capacità di gestire il marketing in termini di valorizzazione di nuovi segmenti commerciali”, ha dichiarato Alessandro Cecchi Paone. “L’offerta turistica italiana, quanto a varietà e qualità delle destinazioni, potrebbe essere la preferita della popolazione gay-friendly di tutto il mondo. Eppure è uno dei pochi casi, forse l’unico, in cui gli imprenditori rinunciano a fare soldi sicuri”.