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Fabio Testi oggi: In Italia lavori solo se sei gay o tossico

L’attore, intervistato, spiega così i motivi della sua assenza dalle scene italiane

Fabio Testi è stato intervistato da Radio Cusano Campus. Il 77enne di Peschiera del Garda, da anni impegnato lavorativamente all’estero, non si è risparmiato. L’attore ha parlato senza filtri dei motivi della sua lunga latitanza dal piccolo e grande schermo in Italia. La sua assenza non sarebbe dovuta a scelte personali, ma alle difficili condizioni con le quali, a suo dire, gli interpreti sono costretti a confrontarsi. Testi racconta, denunciando una situazione inaccettabile del mondo del cinema e della televisione di casa nostra:

“Non se ne parla mai, ma anche noi uomini spesso riceviamo proposte assurde. Io mi sono trovato produttori gay che mi chiedevano di andare a Rio De Janeiro con loro altrimenti non avrei avuto la parte. Io mi mettevo a ridere”.

Padre di tre figli e sposato dal 2015 con la gallerista Antonella Liguori, prosegue rivelando la realtà dietro le produzioni televisive e cinematografiche italiane. Fabio Testi non si risparmia e ne ha anche per i suoi colleghi, i quali, secondo lui, non esiterebbero a scendere a compromessi:

Sai quanti ne ho visti di amici miei che hanno accettato? Io mi sono trovato a metà film col regista che mi diceva se non accetti vai a casa e io dicevo ‘Ok vado a casa’. Ma sai quanti sono caduti e sono scesi a compromessi? “

L’attore de Il Giardino dei Finzi Contini, del grande Vittorio De Sica, senza peli sulla lingua dichiara:

Per lavorare in Rai devo fare un tesserino da gay, poi uno da tossico per lavorare nell’altro ambiente. Ormai in Italia il lavoro artistico si è limitato a certi gruppi, dove io son tagliato fuori perché sono troppo quadrato. Io non ho tesserino e allora mi lasciano a casa così non gli rompo i coglioni”.