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“Oggi Sex and the City sarebbe diverso, non rappresentammo le persone LGBT”: il mea culpa di Sarah Jessica Parker

Troppi cliché legati alla comunità LGBT presenti nella storica serie televisiva Sex and the City: l’attrice statunitense Sarah Jessica Parker confessa “oggi Sex and the City sarebbe diverso, non rappresentammo le persone LGBT”. Si riaccendono le speranze per la serie televisiva HBO? Quali sono le reali probabilità di rivedere sul grande schermo il terzo capitolo cinematografico di Sex and the City?

Sex and City 3? Non si farà: il “mea culpa” di Sarah Jessica Parker

Ad alimentare la speranza di tornare a visionare sul grande schermo l’appassionante storia di Sex and City 3 è la stessa attrice americana Sarah Jessica Parker, la “Carrie Bradshaw” della serie tv che negli anni Novanta ha riscosso grandissimo successo. Il telefilm è basato sull’omonimo libro firmato da Candace Bushnell.

La serie televisiva si guadagnò subito l’apprezzamento del pubblico e della critica: “era la prima volta che le donne parlano di sesso come gli uomini”. La favolosa storia di 4 giovani donne, desiderose di affermarsi socialmente, ha consentito alla serie tv di raggiungere un grande successo mediatico.

Sono molto triste. Avevamo uno script perfetto, divertente, bellissimo, emozionante. Sono dispiaciuta per noi, per questa storia che non potremo raccontare e soprattutto per il pubblico che questo terzo film ce l’ha chiesto a voce così alta”, ha rivelato l’attrice Sarah Jessica Parker in una recente intervista rilasciata ad Extra: “È tutto finito… Non lo faremo”. Niente Sex and the City 3, quindi.

L’attrice americana, la “Carrie Bradshaw” di Sex and City ha amaramente ammesso come la storica serie televisiva, trasmessa dal 6 giugno 1998 al 22 febbraio 2004, abbia scarsamente rappresentato i diritti della comunità gay.

Sarah Jessica Parker commenta: “Oggi Sex and the City sarebbe uno show diverso, non rappresentammo le persone LGBT […] impossibile negare il fiume di stereotipi legati alle persone gay, bi e trans; […] erano semplicemente altri anni, gli anni Novanta, decennio in cui l’omosessualità in tv era limitata al cliché”.

L’attrice americana al Wall Street Journal’s Future of Everything Festival confessa: “Non c’erano donne di colore e non c’erano conversazioni sostanziali sulla comunità LGBT“. Un paradosso costato caro alle reali sorti della serie televisiva Sex and City 3 che non si farà.

I gay della serie erano spesso legati al cliché del “migliore amico” e i transessuali erano insultati. Come non ricordare il matrimonio celebrato tra Stanford ed Anthony, i quali si sono giurati amore eterno al cospetto di Liza Minnelli?

Anche Kristin Davis, la “Charlotte” della serie televisiva ha commentato via Instagram: “Mi spiace davvero. È frustrante non raccontare questa storia, non far tornare in vita i nostri personaggi. “Ci restano solo i ricordi” della saga di quattro magnifiche donne che hanno raccontato e rappresentato gli stereotipi dell’affermazione sociale in chiave “femminista”. Sarebbe andata diversamente se fosse stata rappresentata la comunità LGBT?