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IL SINDACO FEDERICO SBOARINA CONTRO LA COMUNITA’ LGBT

Federico Sboarina, neoeletto sindaco di Verona, in un annuncio shock afferma di voler ritirare dalle biblioteche, dalle scuole e dagli asili comunali, libri e pubblicazioni che promuovono l’equiparazione della famiglia tradizionale alle unioni civili omosessuali.

In merito a questo, il polverone alzato dalla lettera dei rappresentanti di editori e bibliotecari ha raggiunto lo scopo di portare la questione nel dibattito pubblico e politico.

Il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi e la neo presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche Rosa Maiello hanno scritto al primo cittadino scaligero affermando che la libertà di espressione, di edizione, delle scelte culturali e di insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado, sono valori imprescindibili per chiunque lavori in ambito culturale ed educativo e vanno difesi: non è quindi accettabile la parola ritiro per alcuni libri.

L’augurio è quello che Sboarina riveda il proprio programma, impegnandosi, invece che nel ritiro dei libri, nella fornitura delle risorse per arricchire le collezioni delle biblioteche, ivi comprese quelle scolastiche.

Il sindaco di Verona Federico Sboarina

 Uno schiaffo alla libertà di pensiero

La dichiarazione di Sboarina ha fatto insorgere gli esponenti politici di più fronti oltre a diverse associazioni. Il consigliere comunale Tommaso Ferrai ha affermato che: ‘La libertà di stampa e di espressione è la linfa vitale della nostra società e della nostra cultura’. Secondo il rappresentante le politiche familiari non devono essere messe in contrasto e concorrenza con i diritti omosessuali, diritti che vanno difesi e non censurati.

Sulla stessa lunghezza è anche il consigliere Michele Bertucco: ‘È improponibile nel 2017 pretendere di negare l’esistenza di differenti orientamenti sessuali e altrettanto improponibile, con tutto il razzismo e i pregiudizi che ci sono in giro, pensare di vietare alla scuola di educare anche a queste differenze’.

Anche in Parlamento il clamore della decisione ha fatto alzare la voce agli esponenti di diversi partiti come il deputato veronese del Pd Diego Zardini che vede nelle biblioteche un luogo di aggregazione e accrescimento culturale del cittadino nel rispetto delle libertà sostenute dalla Costituzione. Anche Mattia Fantinati del M5S afferma: ‘Bandire i libri che trattano di famiglie cosiddette gender da scuole, asili e biblioteche è da mentalità retrograda, medioevale e ricorda gli inizi di una delle più becere dittature in cui si vietavano da subito i libri e la libertà di espressione’.